Stando alle informazioni fornite dai dati sul commercio estero coi Paesi extra-Ue, nel mese di dicembre l’Italia sarebbe andata in contro a un calo congiunturale per l’export (-1,8 per cento dopo il +6,7 per cento mese su mese, precedente) a fronte di una crescita per l’import (+1,6 per cento da +4,7 per cento su base mensile). Da quanto sopra ne è conseguito un avanzo commerciale (in termini destagionalizzati) in flessione a 3,5 miliardi di euro dai 4 miliardi di euro del mese prima (per il secondo miglior dato storico).
Complessivamente, il 2017 si chiude così con un surplus commerciale di 39,2 miliardi di euro, per un dato che risulta essere sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente (ma con un avanzo al netto dell’energia che può ora salire a quota 71,9 miliardi di euro dai 65,6 miliardi di euro del 2016). Fanno segnare un -12 per cento su mese le vendite di energia e beni strumentali, mentre al contrario si registra un +12 per cento su mese sui beni di consumo.
Su base annua, si noti altresì come entrambi i flussi siano in rallentamento, ma riescano comunque a mantenere un ottimo tasso di crescita al netto dei giorni lavorativi (l’export sale infatti così dell’8,3 per cento, mentre l’import cresce comunque del 4,8 per cento). Su base tendenziale non corretta per i giorni lavorativi, il maggior incremento si registra nei confronti degli Stati Uniti (+ 17 per cento) mentre all’estremo opposto si nota un deciso calo verso l’area OPEC, i Paesi ASEAN, l’area Mercosur e la Russia.
Per il futuro, gli analisti sembrano essere piuttosto fiduciosi sul mantenimento dell’attuale sostenibilità del trend.