La legionella è un gruppo di batteri aerobi, il cui nome deriva dalla nota epidemia che colpì un gruppo di veterani della legione americana nell’estate del 1976; riunitisi in un albergo a Philadelphia, più di 200 furono contagiati da batterio, e 34 persero la vita. La colpa fu di un “nuovo” batterio, chiamato appunto legionella, che si trovava nell’impianto di aria condizionata dell’hotel in cui i veterani avevano soggiornato.
Quanto sopra offre altresì lo spunto per poter comprendere quale sia l’habitat preferito di tale batterio, comunemente oggetto di attività di disinfestazione legionella. La legionella è infatti presente in ambienti acquatici, sia naturali che artificiali. E, come tale, si può dunque trovare in condotte cittadine, impianti idrici degli edifici (si pensi ai serbatoi o alle piscine), ma anche – in natura – in stagni, fanghi, terreni, fiumi e altro ancora. Generalmente, il batterio prolifera in condizioni di stagnazione, incrostazione e sedimenti.
Chiarito quanto sopra, l’uomo di norma contrae questo batterio attraverso vapore acqueo, inalando delle piccole goccioline di acqua contaminata da una sufficiente quantità di batteri. A contatto con i polmoni, e soprattutto delle persone a rischio, può insorgere l’infezione polmonare. A sua volta, l’infezione può concretizzarsi in due distinti quadri clinici, come la febbre di Pontiac e, purtroppo, la più grave legionellosi, che può sfociare in una serie di sintomi particolarmente incisivi e può addirittura essere letale, in alcuni casi.
Detto ciò, appare importante cercare di adottare tutti gli strumenti di prevenzione e di trattamento per poter evitare il rischio di contrarre la legionella. Le strategie per poter contrastare la proliferazione del batterio sono principalmente orientate alla prevenzione, oltre che da una gestione adeguata del rischio. È per questo motivo che deve essere riposta grande attenzione agli impianti idrico sanitari e a quelli di climatizzazione, nel rispetto delle indicazioni di legge (si pensi a quelle contenute nella normativa tecnica UNI 9182).
L’attenzione dovrà essere riposta nei confronti di tutti quei siti in cui è possibile produrre acqua nebulizzata, come ad esempio gli impianti di condizionamento, le reti di ricircolo dell’acqua calda negli impianti idrico sanitari, e altro ancora. Considerato poi che il batterio può proliferare tra i 15 e i 50 gradi, le zone “critiche” degli impianti sono numerose e molto varie. In sintesi, tutto ciò che contiene dell’acqua e del vapore, e che raggiunge simili temperature (e soprattutto quelle superiori ai 22 gradi, oltre i quali il batterio si attiva), può essere un luogo a rischio.
Proprio per i motivi di cui sopra, effettuare degli interventi di pianificazione e di intervento in caso di sospetta infestazione da legionella è fondamentale per la salute di tutte le persone che, occasionalmente o in maniera più costante, frequentano i locali e gli impianti in cui il batterio potrebbe essersi annidato. L’intervento dovrà essere effettuato in maniera tempestiva e specializzata, in maniera tale da ridurre al minimo i rischi di un’incontrollata proliferazione di questo batterio, con le conseguenze che sopra abbiamo cercato di riassumere in poche e sintetiche righe.