L’eternit è un materiale in fibrocemento a base di amianto, che prende il nome dalla ditta che lo ha brevettato. Non è possibile utilizzarlo più dal 1994, ma ancora oggi vi sono dei residui, specialmente nell’edilizia degli anni 30. Infatti, sebbene i primi oggetti prodotti in eternit siano le fioriere, distribuite a partire dal 1915, dal 1928 è cominciata la produzione dei tubi con questo materiale, nel 1933 è stato il turno delle lastre che costituivano i tetti ed i capannoni, diffondendosi per cinema, palestra, e addirittura palestre. Qualche anno dopo, nel periodo a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, l’eternit è divenuto di uso comune per realizzare oggetti come le sedie da spiaggia, fino alla diffusione, negli anni ’70, negli acquedotti. In Italia, sono stati molteplici gli stabilimenti che impiegavano lavoratori per la produzione di questo materiale, attivi dal 1907.
Dagli anni ’60, si è diffusa una consapevolezza nel mondo riguardo la tossicità dell’amianto contenuto nell’eternit. La polvere generata dai tetti usurati, infatti, è stata ritenuta la causa del mesotelioma pleurico, un particolare e grave tipo di cancro, e di malattie polmonari correlate alla respirazione delle fibre di amianto. Nonostante ciò, la produzione di amianto nel nostro Paese è continuata per diversi anni, precisamente fino alla metà degli anni ’80. È solo nel 1992, con la legge 257 del 27 marzo, che l’Italia finalmente bandisce i prodotti a base di amianto, vietando l’estrazione, l’importazione e la commercializzazione dell’amianto e dei prodotti a base amianto, compreso il tanto popolare eternit, fissando al 1994 il termine ultimo per dismettere totalmente il materiale.
Lo smaltimento dell’eternit
Il problema dello smaltimento amianto Firenze e in molte altre città d’Italia, non è da sottovalutare. Infatti, attualmente, ne sono presenti ancora diverse tonnellate in molteplici strutture. Secondo le stime, nel 2018, erano presenti nel nostro Paese ancora 370 mila strutture contenenti amianto, e si trattava solo di quelle censite, ed è inverosimile pensare che in questi pochi anni la situazione sia cambiata di molto. A queste, si aggiungono 300 mila chilometri di tubature in eternit. La cosa più preoccupante, è che tra di esse figurano ancora ben 2400 scuole e 250 ospedali. Proprio per questo lo smaltimento di questo materiale è fondamentale per evitare ancora problematiche di salute, specialmente per i più giovani e per chi ha già una salute cagionevole.
La legge prima citata, la 257/92 prevede diverse opzioni percorribili: la rimozione, che pur avendo un costo piuttosto elevato rispetto alle altre opzioni permette di risolvere il problema alla radice, e non richiede altri interventi successivi; la sovra copertura (o controsoffittatura) che serve solo ad evitare il rilascio di fibre, e l’incapsulamento, ovvero un rivestimento compatto che, però, richiede una manutenzione continua. Il costo dello smaltimento dell’eternit e dell’amianto in generale, è variabile a seconda della regione in cui si trova. Nelle zone del sud, solitamente ha un prezzo inferiore poiché la manodopera specializzata nella rimozione dei rifiuti costa meno. Inoltre, è bene considerare che smaltire l’eternit o l’amianto ha un costo a metro quadro, ed il prezzo è inferiore se bisogna smaltirne di più, inoltre nel prezzo va inclusa la facilità di smontaggio dei pezzi.