L’ultima stima per l’inflazione francese ci comunica che a marzo il dato rallentato di un decimo a 1,1 per cento dal precedente 1,2 per cento sull’indice nazionale, rimanendo così stabile su quello armonizzato a 1,4 per cento, in linea con le stime dei principali analisti finanziari. Nel corso del mese, i prezzi al consumo sono aumentati di 0,6 per cento da 0,1 per cento sull’indice nazionale e di 0,7 per cento da 0,2 per cento su quello armonizzato.
L’aumento mensile è stato spinto dalla salita dei prezzi dei prodotti manifatturieri e dagli aumenti sui tabacchi, in parte compensati dal calo del prezzo dell’energia e dei servizi. Nel confronto annuo, invece, il calo dei prezzi di energia, servizi e prodotti freschi ha spiegato la stabilità degli indici.
Passando alla Germania, qui i prezzi al consumo sono cresciuti di solo 0,1 punti percentuali sul mese, ben al di sotto delle attese che erano per un aumento di 0,5 per cento su mese. Di riflesso l’inflazione tedesca è tornata indietro a marzo a 1,5 per cento da 2,2 per cento sulla misura armonizzata (all’1,6 per cento sull’indice nazionale), ben oltre le attese.
La dinamica mensile è stata frenata dai prezzi dei prodotti alimentari e dal calo dei prezzi dei trasporti, stando alle indicazioni dai dati dei Laender. Le componenti volatili dovrebbero aver più che compensato la stagionalità positiva dei prezzi interni. Nei prossimi mesi, l’inflazione tedesca potrebbe ancora calare a causa di un effetto base sfavorevole dai prezzi core. Il dato di marzo lascia la stima per l’inflazione tedesca a 1,3 per cento rispetto a quanto monitorato dal precedente 1,7 per cento.