Vivendi ha annunciato i propri risultati conseguiti nel corso del primo semestre. Stando a quanto afferma la società francese, il periodo si sarebbe chiuso con ricavi in crescita del 7,8 per cento anno su anno a quota 5,4 miliardi di euro, in incremento del 4,8 per cento a perimetro e valuta costanti. Il risultato operativo lordo rettificato si è invece attestato a quota 352 milioni di euro, in calo di -9,2 per cento su base annua, ma nel secondo trimestre ha comunque mostrato un deciso miglioramento salendo del 16 per cento a 203 milioni di euro, sostenuto soprattutto dalla crescita di Universal Music Group.
Il risultato netto è stato di 176 milioni di euro in flessione dell’80 per cento complice le numerose partite straordinarie che avevano inciso sui profitti nello stesso periodo del 2016. A proposito di Vivendi, la società ha poi ribadito di non esercitare il controllo di fatto su Telecom Italia, ma, in quanto primo azionista, intende promuovere una strategia di lungo termine di sviluppo della convergenza tra telecomunicazioni e contenuti.
Sempre a proposito di Vivendi, fresca è la notizia dell’avvio di una richiesta di risarcimento dei danni di Mediaset per la nota vicenda relativa alla pay-tv Premium: il “conto” sarebbe piuttosto salato, considerato che il Biscione ha quantificato in 3 miliardi di euro il malus subito dalla situazione.
Non è questa inoltre l’unica notizia di rilievo a coinvolgimento delle società quotate in Borsa. Rileviamo infatti che nelle scorse ore Cnh Industrial ha annunciato di aver avviato un’operazione di gestione del debito, basata sul lancio di un nuovo bond a 8 anni e la contemporanea offerta di riacquisto su tre obbligazioni in circolazione con scadenza a più breve termine. L’operazione è propedeutica ad una riduzione degli oneri finanziari.