Si chiama Evolocumab, sarà disponibile con il nome commerciale di Repatha, ed è una nuova molecola che ha come ambizioso (ma – a quanto pare – giù conseguito) obiettivo quello di abbassare i livelli del colesterolo Ldl, quello “cattivo”, e di conseguenza ridurre i rischi di natura cardiovascolare.
Stando a quanto affermano gli studi che hanno presentato la gradita novità, il Repatha sarà in grado di ridurre l’Ldl dal 45 per cento al 75 per cento, contribuendo così ad abbattere in buona parte le conseguenze negative del colesterolo troppo alto.
I risultati degli studi clinici effettuati nel programma sono stati recentemente presentati al congresso annuale dell’American College of Cardiology, nel quale è stato fatto il punto su quello che è avvenuto negli ultimi tre anni (tanto è durato lo studio): aggiungendo la molecola Evolocumab alla terapia tradizionale con statine in quei pazienti che avevano già presentato un evento cardiovascolare (principalmente infarto miocardico, ictus cerebrale o patologia vascolare periferica), sono stati conseguiti significativi vantaggi.
In particolar modo, il risultato è stato quello di conseguire una riduzione dei livelli di colesterolo Ldl del 59 per cento, mentre l’incidenza di morte cardiovascolare, infarto del miocardio, sia fatale che non fatale, e ictus, si è ridotta del 20 per cento ad un anno e del 25 per cento a tre anni.
Per quanto concerne le sue caratteristiche, ricordiamo in questa parte finale di breve approfondimento che Evolocumab è una molecola sorta grazie a una ricerca scientifica basata sulla biotecnologia ingegneristica. Si tratta di un anticorpo monoclonale che inibisce la proteina PCSK (Proprotein Convertase Subtilisin Type 9), una proteina che interviene nel processo di regolazione del riciclo del recettore epatico per le molecole di Ldl circolanti, a sua volta fondamentale nella eliminazione di queste molecole dal circolo. Bloccando il legame tra Pcsk9 e il recettore Ldlr, la molecola può condurre a un significativo incremento del numero dei recettori sulla superficie della cellula epatica, in maniera tale che le particelle di colesterolo Ldl siano rimosse dal circolo.