Sky ha comunicati gli ultimi dati aggiornati sul proprio andamento, manifestando un utile operativo in crescita del 12% a quota 1.143 miliardi di sterline, e ricavi in aumento del 5% fino a 8.715 miliardi. Tuttavia, nonostante tali positività, la borsa non sembra aver accolto positivamente l’annuncio. Il motivo della delusione è in merito da ricercarsi al churn – abbonati che non rinnovano l’iscrizione – il cui dato è in aumento.
In assoluto, sottolineava il quotidiano Il Sole 24 Ore, il gruppo controllato al 39% da Fox di Rupert Murdoch ha portato l’asticella a quota 21,7 milioni, ma il tasso di clienti che hanno deciso di disdettare è cresciuto sia in Gran Bretagna e Irlanda che in Italia, mentre in Germania e Austria è rimasto piatto. Nello specifico, negli ultimi tre mesi, il tasso di “abbandoni” è cresciuto dal 10,2 al 10,7 % nel Regno Unito e dal 9,9 all’11% in Italia.
Per quanto concerne la causa della contrazione, il quotidiano fa risalire l’origine alla decisione del gruppo di rivedere la politica commerciale che ha evidentemente creato una base abbonati instabile. Ed a confermarlo è d’altronde il ceo del gruppo, Jeremy Darroch. “C’è stata troppa promozione – ha detto – e abbiamo deciso di rallentare. D’altra parte il churn è metrica meno importante di quanto fosse sei o sette anni fa”.
La divisione britannica ha comunque annunciato di aver aumentato i ricavi del 6%, confermandosi il colosso del gruppo con revenue fino a 6,16 miliardi. Sul fronte italiano c’è da registrare un calo netto dell’utile operativo, quasi dimezzato rispetto agli stessi nove mesi dell’esercizio precedente con ricavi in flessione del 2% a quota 1,47 miliardi.