Se hai già esperienza con la pubblicità display, o display advertising, ti sarai probabilmente reso conto che esiste una discreta varietà di modelli di pagamento. Vediamo insieme le principali!
Costo per impression
Costo per impression (CPI) significa che l’inserzionista paga ogni volta che l’annuncio appare sulla pagina dell’editore. Il modo più comune di riferirsi a questo modello è il costo per mille impression (CPM), o costo per mille impression. Si tratta, dunque, del prezzo di una campagna da sopportare quando l’obiettivo primario è la conoscenza del marchio o la sua esposizione.
Costo per click
Costo per click (CPC) significa invece che l’inserzionista paga solo quando la loro pubblicità viene cliccata su da un utente interessato. La pubblicità CPC è normalmente associata al marketing di ricerca a pagamento, chiamato anche pay-per-click (PPC). I banner possono essere valutati in questo modo quando l’obiettivo è quello di ottenere traffico utile da convertire. È anche un metodo di pagamento a volte utilizzato nel marketing di affiliazione, quando l’obiettivo è quello di guidare il traffico verso un nuovo sito web.
Costo per acquisizione
Nel modello del costo per acquisizione (CPA), l’inserzionista paga solo quando un annuncio pubblicitario fornisce un’acquisizione. Le definizioni di acquisizione variano da sito a sito: può ad esempio essere un utente che compila un modulo, uno che scarica un file o uno acquista un prodotto. Con queste premesse, naturalmente CPA è il modo migliore per un inserzionista, considerato che pagherà solo quando la pubblicità ha raggiunto il suo obiettivo. Per questo motivo è anche il peggiore per l’editore, in quanto sarà ricompensato solo se la pubblicità ha successo. L’editore dovrà dunque fare affidamento sul tasso di conversione del sito Web dell’inserzionista, qualcosa che l’editore non può controllare.