Nella giornata di oggi, importante per la riunione BCE (la prima dopo il referendum del 23 giugno) si è avuto modo di notare un discreto rafforzamento della sterlina, oramai scambiata sopra quota 1,3200 dollari. Il cambio trae giovamento dall’evidenza che il referendum non ha causato quel repentino rallentamento dell’economia che molte analisi pronosticavano fin dal terzo trimestre, e che diversi osservatori avevano stimato con particolare influenza già nel brevissimo termine. Insomma, niente di fatto (o quasi) per il momento, ma molto potrebbe comunque capitare nel prossimo futuro.
Tornando alle analisi, secondo l’indagine congiunturale della Bank of England, “l’incertezza fra le imprese è salita significativamente”, ma per ora prevale l’attitudine “di continuare come al solito” e “non c’è alcuna chiara evidenza di un violento e generalizzato rallentamento dell’attività”. “Una maggioranza di imprese non si attende un impatto di breve termine sui loro investimenti o sui piani di assunzione”, anche se “circa un terzo pensa che ci sarà un qualche impatto negativo nell’arco dei prossimi 12 mesi”. “Ci sono scarse prove di un qualsivoglia impatto sulla spesa dei consumatori in servizi e beni nondurevoli”, anche se vi sono notizie di “una maggiore esitazione sugli acquisti di beni di alto valore unitario”.
Insomma, le condizioni creditizie sono giudicate dalle imprese un po’ più restrittive, anche se non c’è evidenza di una minore propensione delle banche a prestare. Guai comunque a pensare che la Brexit non possa comunque avere una discreta propensione a incidere negativamente su economia e finanza: nei prossimi mesi sono in merito molto probabili nuove revisioni di stima, con previsioni più puntuali sul proseguo…